Le circa duecento ghiande missili di piombo rinvenute a Monte Aguzzo sopra Fossombrone sono reperti interessanti per la storia militare del nostro territorio. Si tratta forse di oggetti dell’epoca della guerra tra Mario e Silla, ma è difficile esserne certi. Con duecento ghiande missili si potevano armare cinque soldati, al massimo dieci, e certamente nel nostro caso non furono adoperate in uno scontro memorabile, altrimenti gli autori antichi avrebbero ricordato il territorio di Fossombrone per tale motivo. Per esempio Sidonio Apollinare, dopo aver percorso tutta la Flaminia da nord a sud, scrive a un amico per riferirgli dei luoghi attraversati e resi celebri anche per il ricordo di antiche battaglie. Ebbene, Sidonio ricorda la vicenda di Asdrubale e la collega solamente alla zona di Fano; di Fossombrone non dice nulla, non la menziona neppure. Di recente, comunque, si è anche ipotizzato un possibile collegamento tra queste ghiande missili e la battaglia del Metauro del 207 a.C. Va detto che Appiano parla di celtiberi scampati al massacro, i quali riuscirono a raggiungere Annibale in Apulia, mentre altri, diretti a nord, riuscirono a tornare in patria. Si può pertanto ipotizzare che, prima di lasciar andare questi ultimi, i romani li abbiano inseguiti per un po’ e che ci siano stati alcuni scontri non troppo lontano dal luogo della grande battaglia. Quest’ultima si svolse probabilmente nei pressi di Montemaggiore, a destra del fiume: non dimentichiamo che i cartaginesi si mossero di notte dal loro accampamento ad Senam per tornare indietro, “verso il territorio dei galli”. Abbandonati dalle guide, non riuscirono però a passare il Metauro e si allontanarono dal mare fino a giungere là dove il fiume piegava le sue rive in giri sinuosi.
Massimo Olmi, autore del libro La battaglia del Metauro. Alla ricerca del luogo dello scontro (Chillemi, Roma 2020).
