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“Il concerto organizzato dall’associazione iNMusica di Pesaro – spiega la diciannovenne cantante Alessandra Serafini – si è tenuto giorni fa al Giardino di Muraglia Sport e Social Bar e fa parte delle diverse esibizioni, che la scuola pianifica durante l’anno. Sono suddivise in saggi per i più piccoli e concerti aperitivi per i più grandi”. Con quale canzone ti sei esibita ed a quale tipo di musica ti ispiri? “Ho interpretato il brano Don’t Cry del gruppo Guns N’Roses accompagnata da Enea Gulini alla batteria, da Guido Scrilatti e Manolo Andreoli alle chitarre e Luca Rossetti alla tastiera. I miei generi musicali preferiti sono sicuramente il rock ed il metal ma non mi dispiacciono il jazz e la musica classica. Oserei definirmi musicalmente eclettica ed in questi anni ho studiato canzoni di tutti questi generi”. Come sono stati i tuoi inizi? “Ho sempre amato la musica fin da piccolina e cantavo per gioco ovunque. Già all’età di tre anni iniziai a prendere le mie prime lezioni musicali di violino che ho portato avanti per nove anni, per poi passare nel  periodo delle scuole medie al pianoforte, mentre agli inizi delle superiori ho iniziato con lezioni di canto. Questa ultima scelta è dovuta al fatto che in tutti questi anni di apprendimento come preparazione a questo genere d’arte, mi sono accorta che il miglior mio strumento musicale fosse la voce, sebbene ami anche il violino ed il pianoforte”.

Cosa rappresenta la musica per te? “Va considerato che finora la musica non è stata la mia prima scelta, anche se è forte la mia passione per essa. Infatti nelle scuole superiori nonostante avessi preso in considerazione il liceo musicale, alla fine, dietro il consiglio dei professori, amici e familiari, ho optato per il liceo scientifico, in cui mi sono appena diplomata. Proprio ora in questi momenti sto valutando l’indirizzo universitario ed anche questa volta la scelta è caduta sulla matematica, però ho intenzione di proseguire parallelamente nel canto come d’altronde non avevo mai abbandonato negli anni passati le mie attività musicali, portandole avanti con impegno e dedizione, perché quest’arte è molto importante per me”. Per quale motivo è così rilevante? “In questi due anni rimasti chiusi in casa per la pandemia, mi sono accorta quanto fosse indispensabile la musica e di quanto mi offrisse la possibilità di esplorare e conoscere me stessa con le mie emozioni, che a volte sono forti da stravolgermi, tanto da non essere descrivibili. Con la musica potevo manifestare pure l’inesprimibile, con una canzone potevo vedere un problema con un’ottica diversa dal solito e questo poteva avvenire indifferentemente attraverso l’ascolto di un brano musicale e di un canto”.

Quali emozioni provi nel cantare? “In generale mi rende felice e mi diverte. Sono creativa e quindi a volte improvviso in base al momento ed all’ambiente in cui mi trovo, comunque una canzone potrebbe farmi provare gioia, dolore o compassione e dipende anche da quello che sto cantando”. Allora trasmetterai queste tue sensazioni anche alla gente che ti ascolta? “Probabilmente sì, ma se partiamo dal fatto che la musica è emozione, ognuno può averne una diversa dall’altra e quindi nel cantare serve anche molta flessibilità per quanto riguarda ai generi ed anche al pubblico che si ha di fronte. Il mio desiderio e di poter riuscire a trasmettere quelle sensazioni che provo io nel cantare, perché oltre al fatto di quello che sento profondamente quello che canto, vi è anche a monte un lavoro legato alla voce e alla tecnica per quella determinata canzone”. Ma queste cose vanno allenate? “Certamente e per questo sono cinque anni che prendo lezioni di canto da una insegnante straordinaria come Susanna Polzoni, che riesce a rendere interessanti e divertenti anche gli esercizi più noiosi o complessi e personalizzarli al livello dello studente ottenendo così una graduale crescita”.

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